Prevenzione dell'osteoporosi: tutti i consigli
Oltre a sana alimentazione e attività fisica regolare, ci sono altre abitudini che possono contribuire alla prevenzione dell'osteoporosi: ecco i consigli.

L’osteoporosi è una malattia scheletrica sistemica caratterizzata da una riduzione della densità ossea e da un’alterazione della micro architettura del tessuto osseo. Le ossa diventano più fragili e sono, quindi, esposte a un maggior rischio di frattura, anche per traumi di lieve entità. Ciò può portare a fratture ossee, che causano dolore, disabilità e rendono estremamente difficili le attività quotidiane. Chiariamo quindi che l’osteoporosi non è correlata con l’invecchiamento ma è una condizione fisiologica dovuta ad una malattia.
L’osteoporosi è spesso chiamata la “malattia silenziosa” perché la maggior parte delle persone non sa di averla fino a quando non subisce una frattura a causa di una piccola caduta o urto. Purtroppo nella maggior parte dei casi, anche dopo la rottura di un osso, la frattura non viene ricondotta all’osteoporosi, la malattia che in realtà ha causato la frattura.
Come si sviluppa l’osteoporosi?
Dalla nascita all’età adulta, le nostre ossa si sviluppano e crescono fino a quando, intorno ai 20-25 anni, raggiungono il cosiddetto “picco di massa ossea”, il momento in cui le ossa sono più forti, più dense e hanno meno probabilità di fratturarsi. Nel corso della vita, l’osso viene costantemente rinnovato con un nuovo tessuto osseo che sostituisce quello vecchio, e questo aiuta a mantenere forte il nostro scheletro. Per le persone con osteoporosi, invece, la generazione di nuovo tessuto osseo non avviene, perciò viene perso e non più sostituito; ciò significa che le ossa diventano gradualmente fragili e più soggette a rompersi.
Osteoporosi primaria e secondaria
Esistono tipi diversi di osteoporosi, tra le più diffuse forme che vengono riconosciute ci sono: l’osteoporosi primaria e l’osteoporosi secondaria.
L’osteoporosi primaria a sua volta è classificata in 2 tipi:
- Tipo 1 – osteoporosi postmenopausale
– associata alla ridotta secrezione di estrogeni
– riscontrabile nel 5-29% delle donne dopo la menopausa
– compare entro i primi 20 anni dall’inizio della menopausa
– la perdita ossea, molto accelerata nel periodo perimenopausale, può raggiungere una perdita del 5% della massa ossea totale all’anno
– interessa prevalentemente l’osso trabecolare con effetti particolarmente evidenti a livello della colonna vertebrale, dove il turn-over osseo é elevato
– le fratture vertebrali rappresentano la situazione clinica più comune in questi casi. - Tipo 2 – osteoporosi senile
– può colpire entrambi i sessi dopo i 70 anni di età
– può interessare fino al 6% della popolazione anziana
– la perdita di massa ossea interessa sia l’osso trabecolare che quello corticale
– le fratture possono interessare non solo la colonna vertebrale, ma anche le ossa lunghe, il bacino e altre sedi
– le tipiche complicanze sono rappresentate dalle fratture del collo femorale, dell’estremità distale del radio, dell’omero.
L’osteoporosi secondaria invece, rispecchia l’incidenza delle malattie e/o condizioni cliniche e/o uso cronico di farmaci a cui è associata.
Le condizioni cliniche a cui si associa l’osteoporosi secondaria sono:
- Ipogonadismo e malattie endocrino-metaboliche (sindrome di Cushing, tireotossicosi, iperparatiroidismo)
- Malattie neoplastiche e terapie correlate
- Alcune malattie croniche (insufficienza renale cronica, broncopneumopatia cronica ostruttiva, l’insufficienza cardiaca cronica congestizia)
- Connettivopatie e le malattie infiammatorie croniche (artrite reumatoide, spondilite anchilosante, ecc)
- Alcune malattie gastrointestinali (morbo di Crohn, celiachia)
- Deficit nutrizionali, abuso alcolico cronico
- Uso cronico di farmaci (corticosteroidi, immunosoppressori, ormoni tiroidei, anticonvulsivanti)
- Immobilità prolungata.
Osteoporosi e fattori di rischio, quali sono?
I fattori di rischio di osteoporosi possono essere divisi in non modificabili e modificabili.
I principali fattori di rischio non modificabili sono:
- l’età;
- il sesso femminile;
- la menopausa;
- la familiarità;
- la razza;
I principali fattori di rischio modificabili sono:
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- Uso protratto (per più di tre mesi) di terapie corticosteroidee o impiego di farmaci in grado di contribuire alla perdita della massa ossea.
- Apporto insufficiente di calcio e vitamina D;
- Dieta povera di frutta e verdura;
- Eccesso di proteine, sodio e caffeina;
- Consumo eccessivo di alcool;
- Fumo;
- Magrezza eccessiva e una costituzione minuta;
- Vita sedentaria.
Se pensi di essere un soggetto a rischio, fai questo semplice questionario per avere un’indicazione per capire se occorrà rivolgersi al medico per ulteriori esami.
Esami per la diagnosi di osteoporosi
L’OMS definisce l’osteoporosi utilizzando il parametro T-score. Questo parametro rappresenta la densità ossea del paziente. La tecnica che consente la diagnosi di osteoporosi è la densitometria o mineralometria ossea computerizzata (MOC). La metodica più utilizzata è però la densitometria a raggi X a doppia energia (DEXA) che consente la valutazione della quantità di osso sia trabecolare che corticale (la densità ossea viene espressa rispetto al picco di massa ossea di un soggetto di controllo).
Come fare per prevenire l’osteoporosi?
La prevenzione in questo ambito può e deve essere orientata su più obiettivi diversi, ma correlati:
Prevenzione primaria: include tutte le misure e attività di promozione della salute, che valgono per ogni fascia di età. Comprendono una regolare attività fisica con attività a carico naturale di forte impatto, l’adesione a una dieta bilanciata ricca di calcio e vitamina D, la prevenzione delle cadute e l’astensione da stili di vita dannosi come il fumo, l’alcool e l’eccessiva magrezza.
Prevenzione secondaria: per le persone a rischio, mira a una diagnosi precoce, attuando le strategie preventive raccomandate sullo stile di vita a cui è però necessario associare una terapia farmacologica, come definito dalle maggiori linee guida. La diagnosi precoce viene fatta utilizzando apparecchiature oppure algoritmi in grado di stimare il rischio di frattura.
Prevenzione terziaria: si rivolge ai pazienti che hanno già subito una frattura e hanno pertanto manifestato clinicamente i segni della fragilità ossea. L’obiettivo è ridurre il rischio di nuove fratture aumentando la resistenza ossea, mediante modificazioni dello stile di vita e l’adottamento di una terapia farmacologica unita ad un’adeguata supplementazione di calcio e vitamina D.
Consigli per mettere in atto le attività di prevenzione dell’osteoporosi
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Quando fare un esame di prevenzione dell’osteoporosi?
L’esame MOC-DEXA solitamente va prescritto nei soggetti di qualsiasi età con almeno un fattore di rischio, come ad esempio delle pregresse fratture o malattie croniche in famiglia.
Potrebbe essere utile eseguire una prima densitometria ossea, come esame di prevenzione per l’osteoporosi per le donne in menopausa (soprattutto se si ha avuto una menopausa anticipata) per avere un quadro più chiaro della salute delle ossa. Ripetere l’esame ogni due anni per tutte le donne che hanno superato i 65 anni e per tutti gli uomini che hanno superato i 70 anni. È consigliato informarsi, in base alla regione nella quale si vive, su quale sia il mese di prevenzione dell’osteoporosi per avere accesso ad esami specifici.
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Cosa fare per aumentare il calcio nelle ossa?
Una dieta equilibrata, che comprenda tutti i tipi di cibi, è importantissima sempre, ma forse ancor più nella prima fase della vita, in cui si gettano le basi per il futuro.
Piccole accortezze da seguire:
- Bevi ogni giorno almeno una tazza di latte (200 ml), meglio se parzialmente scremato
- Fai ogni giorno uno spuntino ricco di calcio: uno yogurt naturale o alla frutta (125gr) o un frullato di frullato di frutto e latte.
- Bevi ogni giorno almeno 1,5 litri di acqua, meglio se ricca di calcio.
- Consuma 1 porzione di formaggio alla settimana (100 gr. Di formaggio fresco)
- Mangia pesci ricchi di calcio 3 volte alla settimana (alici, calamari, polpi, crostacei o molluschi ecc.)
- Evita l’assunzione di alimenti ricchi di calcio insieme ad alimenti ricchi di ossalati come spinaci, rape, legumi, prezzemolo, pomodori, uva, caffè, tè perché queste sostanze ne impedirebbero l’assorbimento. Ad es. abbinare formaggio e spinaci, significa sprecare una parte del calcio contenuta nel latticino.
- Riduci l’uso del sale da cucina e cibi ricchi di sodio (insaccati, dadi da brodo, alimenti in scatola o salamoia): il sodio in eccesso fa aumentare la perdita di calcio con l’urina.
- Evita di consumare un’elevata quantità di proteine perché aumentano l’eliminazione di calcio con le urine.
- Non eccedere con gli alimenti integrali o ricchi di fibre perché un giusto apporto è salutare, ma possono ridurre l’assorbimento di calcio.
- Limita gli alcoli perché diminuiscono l’assorbimento di calcio e riducono l’attività delle cellule che “costruiscono l’osso”.
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Che tipo di attività fisica scegliere?
Risultano particolarmente indicate per il soggetto osteoporotico tutte le attività eseguite a carico naturale di forte impatto.
Nella nostra esperienza pensiamo che, il metodo Fit and Go con l’allenamento WB-EMS e Vacufit possa aiutare sia nel prevenire le forme di osteoporosi sia nell’arginare la patologia.
In particolare l’allenamento EMS Total Body, che grazie all’utilizzo di stimolazioni localizzate porta all’attivazione di tutte le fibre muscolari nei maggiori distretti corporei.
La contrazione delle fibre muscolari generata è essenziale per il lavoro propedeutico di prevenzione per l’osteoporosi e permette di raggiungere molteplici obiettivi:
a. adattamento muscolare utile per tornare ad eseguire le attività della vita quotidiana.
b. miglioramento del trofismo osseo.
c. migliorare e/o mantenere efficienti i riflessi, il senso di stabilità, la deambulazione, la coordinazione, propriocezione e il tempo di reazione.
L’allenamento dinamico con il Vacufit invece, porterà anch’esso ad adattamenti positivi sui segmenti ossei principalmente attraverso l’azione di compressione e decompressione che si viene a creare nella capsula del macchinario. Si avranno benefici anche sulla prevenzione delle cadute in quanto si avrà un miglioramento dell’equilibrio e delle prestazioni muscolari soprattutto degli arti inferiori. Inoltre, l’allenamento Vacufit è consigliato per riprendere la sicurezza della camminata in quanto, il rischio di caduta viene azzerato, grazie alla struttura avvolgente del macchinario che supporta la persona durante lo svolgimento dell’allenamento.
Sono invece sconsigliate tutte quelle attività fisiche svolte in situazioni di instabilità o che comportano flessioni o torsioni eccessive del rachide aumentando significativamente il rischio di fratture vertebrali.
Conclusione
Nonostante l’osteoporosi sia descritta come una malattia silente, oggi giorno siamo in possesso di varie informazioni scientifiche che ci permettono di contrastarla e prevenirla.
Ribadiamo ancora una volta che uno stile di vita sano e una regolare attività fisica possono prevenire l’osteoporosi, ma si ricorda come la prevenzione non deve essere una pratica da attuare “all’ultimo momento” ma durante tutto l’arco della vita (soprattutto in presenza di uno dei fattori di rischio sopra descritti).
Invece per le persone che hanno bisogno di allenarsi in sicurezza, consigliamo, di rivolgersi a personale qualificato, come i personal trainer Fit and Go, con cui costruire un percorso di attività fisica adattata.